Presenze / assenze nell’immaginario evocativo tra informale e figurativo

Come una goccia che cade e s’infrange in tante piccole stille di liquido opalescente, come un brezza leggera che alita intorno ai dubbi appesi alla quotidianità, come un timido pensiero che fatica a prendere lo spazio e il tempo che si merita, come avere speso tante troppe energie per capire e riflettere su un caso imponente, così mi ritrovo in penombra attratto dalla luce delle opere informali e figurative dell’artista Anna Ferrari… Alba si fa il tuo ventre / Via via più luminoso / I pozzi si rischiarano / Gli avori si fanno scuri / E’ il mondo che si riapre / Alla luna che viene (M. Hernandez). Un sentimento di stupore e di mistero mi assale osservando i suoi sprazzi di colore che dal rosso virano all’indaco oppure dall’azzurro sprofondano nel giallo-oro in forme indistinte, vortici, presenze diafane. Osservo piccole tele, ma con spazi illimitati di sensazioni pure e solitudini, lievemente antropomorfe che circondano l’essere, il simbolo o l’arcano che qui è raffigurato scarno, essenziale, quasi primigenio… E recano il loro soffrire con sé come un talismano (E. Montale). Anna Ferrari (1965)sanremese d’origine, genovese d’adozione e salentina d’elezione, vive la sua creatività fra diverse sfere d’interesse, diversi mondi, diverse passioni: pittrice e grafico. Diplomata all’Accademia di Genova è figlia d’arte. Infatti il padre, Giuseppe Ferrari (1904-1972) era pittore, saggista, giornalista e critico d’arte e le ha insegnato l’acquerello e la poesia dei colori sognati e immaginati… Fruscio di foglie / Innamorate del vento (G. Mortara). Ora ascolto la pittrice che mi racconta del suo stato di completo raccoglimento di cui ha bisogno per potersi dedicare alla sue meditazioni pittoriche all’aria aperta come una vera terapia dell’arte, e di come sia passata dal figurativo all’astratto seguendo un impulso forte e irreprimibile… Immortali eppure mortali / Mortali ma non mortali: / La loro vita è morte d’immortali / E d’immortali vita, il morire (Eraclito). Altresì freschi, schietti, armoniosi nei colori e nelle forme appaiono i paesaggi, i volti, così come i nudi femminili. Sensazioni sconfinate, emozioni contrastanti, accomunano tutte le opere dell’artista quando la vita non è un mero atto di sopravvivenza, la persona amata già ricordo, e nel fluire delle sue creazioni i suoi lavori non vanno visti, a mio parere, come opere distinte e a sé stanti, ma come opere di un insieme più vasto, riconducibili a un percorso spirituale e materico unico, ancora in evoluzione, nel quale… Il ricordo e la nuvola / Hanno sempre / Il vento in coda (G. Mortara). E solo questa visione probabilmente ci può portare nel centro del mistero dell’artista, immersa in una ricerca pura, profonda ed essenziale dei sentimenti umani, d’amore e di fratellanza, principi vitali, percepiti come elementi infiniti tra scintille divine e polvere cosmica. Lorenzo Mortara 2011