Loredana Trestin e Daniele Grosso Ferrando: trasmissione televisiva “A regola d’arte”
Benvenuti a tutti coloro che si sono sintonizzati su questo canale. Io sono Loredana. Il programma è a regola D’arte è un programma che tratta arte, cultura, design, innovazione e creatività. Con noi abbiamo nuovamente il professor Daniele Grosso Ferrando, critico d’arte docente, è ovviamente di storia dell’arte e uomo riconosciuto per quanto riguarda la sua professione, tra i massimi esperti a livello internazionale dell’arte al femminile…
Direi di partire con la prima artista che è Anna Maria Ferrari. Anna Maria Ferrari è un’artista. Beh, figlia d’arte all’arte nel suo DNA. Il papà era un grandissimo artista Sanremasco Giuseppe Pipin Ferrari. Ma lei ha portato con sé delle tradizioni. È anche della terra del Salento. Terra poi che apparteneva alla mamma, no? e queste tradizioni vengono fuori proprio nelle sue opere. Io vorrei abbinare a ad Anna Maria Ferrari un colore, il colore viola. Perché questo? Perché il viola è un il surrogato tra spiritualità. e la concretezza. Infatti Anna è una persona estremamente con i piedi per terra.
Per quanto riguarda la professione è tutto, ma non stacca mai il suo pensiero da qualcosa di molto più alto. E anche le sue opere parlano proprio di questo. Prego professore. Si, è vero. Infatti, osservando le sue opere mi sembra di capire che il tema centrale della sua ricerca artistica sia la memoria, la memoria, il ricordo, frammenti di vita vissuta che traspaiono in tutte le sue opere.
Ovviamente filtrati tutti questi ricordi attraverso la sua sensibilità personale. Anche la tecnica è molto particolare e molto suggestiva. perché si basa sulla digitalizzazione delle immagini, ma partendo sempre da opere sue, ad esempio acrilici o fotografie. Un’altra caratteristica che ho notato nelle sue opere è la capacità di diffondere in un’unica immagine, ricordi, sensazioni, emozioni, volti, luoghi che appartengono al suo passato che appartengono al suo vissuto e sono uniti tutti questi ricordi sapientemente dal gioco delle pennellate. Pennellate intense, forti, energetiche, dinamiche che fanno vibrare la superficie delle opere e che servono proprio da collegamento fra i vari momenti di frammenti di vita vissuta che l’artista ha realizzato sulla tela. un procedimento, questo, che è già stato usato nella storia dell’arte, ad esempio, a partire dai futuristi, la tecnica delle immagini multiple o della simultaneità dei dati visivi uniti insieme, in modo tale da suggerirci un flusso continuo dei ricordi.
É quello che le sue immagini riescono a comunicare e a comunicarci, è proprio questo flusso di ricordi che emerge e che viene fissato in queste opere, grazie soprattutto al colore che collega i vari momenti del suo vissuto. E adesso iniziamo con un’altra artista.